Emergenza giovani. Ne parleranno a Udine, stasera alle 21.00 in sala Ajace, il filosofo veneziano Massimo Cacciari, il sindaco Furio Honsell e Gabriele Giacomini, giovane ricercatore all’Università San Raffaele di Milano. Tema: “La fiducia nei/dei giovani: per una nuova alleanza generazionale”. Anticipiamo qui una conversazione tra Cacciari e Giacomini.
Caro Massimo, potresti essere mio padre. La tua generazione è al potere da molti decenni, mentre il mondo cambia vorticosamente…
Caro Gabriele, è un’interpretazione correttissima: la mia generazione si è sistemata nelle aree fondamentali del potere, dove si è conservata senza riuscire a realizzare nessuna delle riforme che erano all’ordine del giorno tra anni 60 e 70. Allora si capiva che occorrevano ricerca, innovazione, un nuovo welfare, che occorreva puntare su un terziario più avanzato, sull’informatizzazione, su nuove professioni. Molti lo avevano capito, ma sono rimasti minoranza all’interno dei partiti e delle istituzioni.
Il paradosso è che proprio i giovani, coloro che dovrebbero re-interpretare il futuro, sono soli e spesso spaventati. Uno su tre è disoccupato, gli altri due lavorano senza diritti.
Ma i giovani non devono piangersi addosso. I giovani non devono dire “il papà non mi vuole bene”. Il papà certamente non ha voluto bene, non ha pensato ai nuovi nati. Ha pensato, anzi, a rendergli la vita quasi impossibile, ma i giovani ormai devono porre mano all’aratro e non volgersi indietro.
Vero. Ma sono necessari nuovi discorsi politici e nuove forme organizzate con cui imporre all’attenzione pubblica i nostri specifici problemi.
Questo è certo: il problema è come passare da una fase di lamentele e di proteste sacrosante a una fase minimamente progettuale. Il fenomeno grillino mostra che la capacità di fare movimento collettivo c’è, quello che a me pare manchi è la consapevolezza della drammaticità della crisi e un progetto all’altezza della crisi stessa.
Tratto da “Il Messaggero Veneto” del 13 aprile 2013
